UN NUOVO COMPAGNO D'AVVENTURA

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in BLOGS

 

Prima prova sul campo per il mio nuovo acquisto: il modello Falco Bivi della BUTEO PHOTO GEAR. Negli ultimi anni ho usato con soddisfazione il vecchio modello V3 della TRAGOPAN, ma a volte visto la posizione da seduti, ho avuto la sensazione di perdere alcune buone possibilità (ora ho la possibilità di scegliere a seconda delle condizioni e del risultato che voglio ottenere).

Il nuovo “compagno d'avventura” mi consente infatti di poter posizione l'ottica praticamente a terra con l'utilizzo di un semplice bean bag. Non è possibile infatti pensare di usare un treppiede, perdendo quindi qualche cosa in termini di stabilità specie in situazioni di inseguimento, ma i “punti persi” vengono riguadagnati dal nuovo punto di ripresa, assolutamente interessante.

La possibilità inoltre di rimanere sdraiati per lunghi periodi consente anche di poter riposare comodamente nelle lunghe attese; certamente durante la fase di ripresa occorre inarcare un poco la schiena e per alcuni questo – dopo qualche tempo – potrebbe costituire un problema, ma personalmente non mi sono trovato male, anzi tutt'altro.

Molte sono state le sensazioni positive, a partire dallo spazio interno a disposizione che consente di alloggiarvi comodamente zaino e altra attrezzatura, senza alcun fastidio e/o ostacolo nell'attività fotografica: le dimensioni del capanno sono infatti pari a cm. 230x90x80 (LxWxH). Quando riposto nella sua custodia è più ingombrante rispetto al V3 Tragopan (vedi foto), ma in compenso il peso è ridotto a kg. 1,80 con una riduzione del 50% circa.

Le piccole finestre sulla parte frontale (tutte ovviamente con telo e rete accoppiati), mi hanno consentito di tenere sotto controllo con facilità la situazione ed accorgermi quindi per tempo dell'arrivo di qualche soggetto da fotografare. Non mancano tante altre aperture laterali per poter meglio osservare l'ambiente circostante praticamente a 360°: anche la porta di accesso posizionata sul retro ha infatti una doppia lampo che consente di tenere chiuso e riparato l'interno mediate una rete stampata con tinta mimetica, sovrapposta al telo principale di chiusura.

L'interno del capanno è rivestito con un telo completamente nero, escludendo quindi ogni possibilità di poter essere visti dall'esterno (a condizione che non si aprano finestrature contrapposte tra loro... ovviamente). Cosa di non poco conto è la presenza del fondo impermeabile, perfetto visto la necessità di rimanere sdraiati; basta posizionare un semplice tappetino per avere una superficie più morbida su cui coricarsi, senza c'è alcun rischio di bagnarsi (il V3 ne è sprovvisto, ma sarebbe di fatto inutile visto che in quel caso siete seduti quanto meno su di uno sgabello pieghevole).

In linea generale il voto è quindi pienamente positivo, seppur avendolo usato una sola volta il giudizio finale è rimandato ad altre prossime esperienze, anche per verificare alcuni aspetti meno piacevoli già riscontrati. La presenza del telo nero interno rende sicuramente invisibile il fotografo dall'esterno, ma rende anche il capanno poco traspirante e nelle prime ore con la maggior umidità in ambiente all'interno “pioveva dal tetto”: poche gocce di condensa, ma il telo nella parte alta era praticamente bagnato. Altro dato negativo è la poca lunghezza del snoot/lenscover che viene fornito in dotazione (pagando una piccola somma aggiuntiva). Occorre infatti tener conto della posizione in cui si colloca la reflex per evitare che durante gli spostamenti laterali necessari per inseguire il soggetto, si provochino troppi movimenti all'intera parte frontale del capanno: qualche centimetro di telo in più, specie nella parte superiore dell'accessorio, non avrebbe fatto male.

Altro dato negativo riscontrato per la verità su ogni modello (a prescindere dalla marca) sono i picchetti in dotazione: sono veramente esili, adatti solo a terreni morbidi e poco altro. Certamente avete pensato al peso generale del prodotto e quindi alle nostre povere schiene durante il trasporto, ma qualche grammo in più non avrebbe fatto la differenza.

Queste sono alcune immagini realizzate grazie all'uso del “Falco Bivi”... sperando che siano solo le prime di una lunga serie.