Alla ricerca di "quella" foto che ancora non c'è...

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in BLOGS

Altro weekend alla ricerca di "quella" foto che hai in mente da un pò di tempo, ma che non riesci a realizzare perchè le condizioni meteo - paradossalmente - sono anche sin troppo belle rispetto a quel che servirebbe.

In attesa di potermi rifare nelle prossime settimane, è stato comunque bello poter fotografare insieme all'amico Roberto e al giovane Simone, cugino prossimo a diventare sicuramente un fotografo capace, se non altro per la passione e l'entusiasmo con cui ha iniziato a intraprendere la strada per diventarlo.

LA CINCIA PRIMA DELLA TEMPESTA

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Le previsioni meteo davano abbondanti nevicate fin dalle prime ore del mattina; convinto di poter quindi trovare le condizioni che volevo avere per realizzare qualche scatto un pò diverso ai piccoli volatili del bosco, mi sono invece dovuto accontentare di pochi scatti: la temperatura è rimasta più alta del previsto e alla neve si è sostituita invece una copiosa, insistente, fredda e fastidiosa pioggia che mi ha costretto a battere in ritirata, comunque soddisfatto per aver passato qualche ora nel bosco, in completa solitudine.

UN GIRO IN GIRO (TRA LE CINCE PER COMPAGNIA)

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A volte se il bollettino meteo prevede freddo e la prima neve, non è detto che siano brutte notizie; il risultato è stata una bella giornata in assoluta quiete, con un intero bosco praticamente a mia disposizione (sì...quello "famoso" in Engadina), se non per qualche temerario escursionista e per una coppia di amici che ha deciso di venirmi a trovare nella loro pausa lavorativa (grazie di cuore per essere passati).

Le piccole cince sono ovviamente presenti e come al solito si sono rese più che disponibili per poter realizzare alcune fotografie, nelle quali ho cercato di immortalare il senso di delicatezza e fragilità che trasmettono questi piccoli uccelli. Una fragilità tutto sommato solo apparente, visto la tenacia con cui si troveranno ad affrontare i prossimi mesi invernali. Certo, qualche "aiuto" verrà loro fornito dalla presenza delle mangiatoie adeguatamene rifornite di cibo, ma le temperature che si troveranno ad affrontare metteranno alla prova la loro resistenza. Siamo solo all'inizio... 

A RITROSO NEL TEMPO

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in BLOGS

 

Per rilassarsi, a volte non serve altro che passare qualche ora tra la natura, percorrendo a ritroso il corso di un torrente che conosci molto bene; un torrente che ti ha visto crescere da ragazzo e che ti ha aspettato immutato (o quasi) per poi rivederti adulto. Un torrente che mai è stato così povero d'acqua come ora, dopo una lunga estate senza piogge, ma ancora estremamente ricco di vita. Un torrente che ora è possibile seguire attraverso passaggi solitamente sommersi, dove l'impeto delle acque ti obbliga a seguire percorsi alternativi, laterali; invece adesso si apre sino a percorrere l'arteria principale che porta sino al suo cuore. Non poche sono state le piccole trote fario trovate ormai imprigionate in poca acqua, trasferite velocemente in pozze più ampie, dando loro maggior speranza di sopravvivenza, in attesa delle piogge autunnali che dovrebbero ormai ridare linfa vitale al corso d'acqua. Sono quindi arrivato sino ad una grande pozza di cui non ricordavo più l'esistenza; un tuffo nel passato che ha risvegliato con un pizzico di malinconia i ricordi della mia infanzia, passata a pescare tra le acqua di quel torrente in compagnia di mio padre.

PASSI VERSO LA META

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in BLOGS

 

Ogni passo avanti, è un passo in meno verso la meta. Trascorrere del tempo da solo in montagna , ascoltare come il proprio corpo risponde alla fatica ed agli stimoli che vengono recepiti durante il percorso, le emozioni che si provano nell’osservare il panorama che si apre di fronte ai propri occhi appena usciti dal bosco, la vista delle vette più alte oppure più semplicemente l’osservare ammirati un raggio di sole che filtra attraverso le nuvole basse durante un tramonto altrimenti nascosto all’orizzonte, illuminando la pioggia che cade più a valle; tutto questo aiuta a conoscere se stessi.
La meta raggiunta durante la mia escursione apparentemente è stata la Becca d’Aver, vetta a quota 2469 m.s.l.m. in Valle d’Aosta; in realtà è stata l’appropriarsi nuovamente del “mio tempo”, potendo scegliere i ritmi con cui affrontare la giornata e vivere quegli attimi senza essere condizionati dalle lancette di un orologio, ma più semplicemente - anzi più “naturalmente” - dal sorgere o calare del sole, luce o buio secondo le necessità del momento. Solo questo era il ritmo da seguire.