ANATRA SOTTO ZERO

Anno 2014 ormai giunto al termine e come ultima metà per un'uscita fotografica ho scelto, anche se con qualche dubbio, di tornare a far visita all'Oasi Palude di Casalbeltrame.
La temperatura, in primissima mattinata, di -5°C è solo la prima avvisaglia per una difficile permanenza nelle postazioni fotografiche, specie per quando mi dovrò stendere a terra.
L'oasi per la parte relativa al tunnel di osservazione (a sud) presenta ancora i problemi riscontrati nelle precedenti mie ultime visite: la struttura è quasi interamente inutilizzabile, non adempiendo neppure, tranne che per una porzione, alla primaria funzione di nascondere alla vista degli uccelli che stazionano nello specchio d'acqua l'eventuale visitatore. Inoltre, le aperture realizzate per consentire di poter osservare l'oasi sono nella migliore delle ipotesi divenute troppo ampie e, in alcuni casi, ostruite dalla vegetazione. L'unico tratto ancora “fruibile” (specie al fotografo naturalista) resta quello ad ovest, dove la presenza del telo in plastica nera, seppur sicuramente antiestetico e poco naturale, permette di celare agli uccelli ogni movimento di avvicinamento, così come per la postazione a suo tempo denominata “del martino” (la postazione più a nord dell'intero tunnel).

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Se, come detto, il tunnel ormai sembra essere irrecuperabile, se non a seguito di una manutenzione straordinaria lunga e costosa, il casone al centro dell'oasi è stato nuovamente sistemato e tenuto pulito; merito sicuramente di chi gestisce l'oasi e – presumo – dei volontari che con il loro aiuto permettono a questo tipo di strutture di sopravvivere.
La sensazione è che, quindi, attualmente l'Oasi Palude di Casalbeltrame stia vivendo una situazione sicuramente non facile, ma che resti comunque una location di vitale importanza per la fauna locale.
La presenza di specifici percorsi e pali per la posa di reti adatte all'inanellamento dei volatili, per altro, rileva una chiara scelta di prediligere l'aspetto conservativo e scientifico della riserva, rispetto a quello funzionale dedicato alla visita e formazione, o quanto meno non viene certamente data importanza all'aspetto puramente fotografico; c'è quindi da chiedesi se le visite dei fotografi non siano viste più che di disturbo, rispetto alla loro capacità di divulgazione.
Queste ovviamente sono solo personali considerazioni che – spero nel tempo – possano essere smentite. Resta evidente che la sporadica presenza umana ha però agevolato invece la presenza di numerosi volatili, anche e soprattutto nella difficile stagione invernale, conferma questo dell'alto valore ambientale della riserva: numerosi germani reali sono facilmente osservabili sullo specchio d'acqua, specie nelle zone ancora non ghiacciate; non mancano aironi bianchi e cenerini (ovviamente in numero minore rispetto alle altre stagioni), così come cormorani, gallinelle d'acqua, ghiandaie e diverse specie di passeriformi (particolarmente numerosi i fringuelli, ma pure cince e regoli).
La coppia di martin pescatore ha spostato la sua zona di pesca principalmente nei canali che circondano la riserva, dove l'acqua in movimento non permette ancora la formazione del ghiaccio.
E' stato particolarmente piacevole constatare anche la presenza del porciglione (Rallus aquaticus), con un esemplare transitato a qualche decina di centimetri dal mio obbiettivo, seppur ovviamente non fotografabile, proprio per la sua vicinanza.
...oltre ai volatili, non sono mancati anche altri "interessanti incontri":


